La salute del gatto
- La farmacia naturale per i gatti ed i cani (link esterno)
- L'arrivo di un cucciolo
- Microchip
- Le Vaccinazioni
- Kit di Primo Intervento
- Somministrare le medicine:
- Come determinare la temperatura corporea
- Gli Avvelenamenti
- Riproduzione:
- Le malattie del gatto:
- Il sangue - gli esami più frequenti
- L'importanza dell'esame delle feci
Link a siti veterinari
- veterinario.it,interamente dedicato all'educazione di cani e gatti
- IlVeterinario, Alcuni articoli di interesse professionale e per il grande pubblico
- Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
- Ministero della Salute, Sanità animale
Medicina alternativa
- Omeopatia veterinaria, sito del dott. Biolatti Pier Giuseppe
- Omeopatia veterinaria .org, promuovere l'omeopatia nel campo della medicina veterinaria
- GattoCiCova, Omeopatia veterinaria, Naturopatia, Medicina Integrata
L'arrivo di un cucciolo
- Richiedere al proprio Medico Veterinario di fiducia consigli PRIMA di effettuare prendere animali di qualsiasi tipo. Il Collega sarà in grado di fornirVi chiarimenti ed indicazioni su come meglio procedere.
- Prendere cuccioli di NON MENO DI 60 GIORNI; il cucciolo ha bisogno di trascorrere almeno un breve periodo con la sua mamma ed i fratellini per poter avere un corretto sviluppo sia fisico che mentale (soprattutto quest'ultimo è molto importante ai fini della capacità di socializzare). Soggetti più giovani sono molto delicati e facili preda di malattie anche mortali, soggetti più maturi possono aver assunto delle abitudini o dei vizi che Voi non gradite.
- Il soggetto deve essere scortato da un LIBRETTO SANITARIO su cui sono riportate le vaccinazioni effettuate ed i trattamenti antiparassitari eventualmente eseguiti. LE VACCINAZIONI devono essere state effettuate da un Medico Veterinario che le avrà praticate dopo aver visitato il cucciolo ed averlo giudicato sano. In tal caso sul libretto sanitario saranno indicate le date dei trattamenti immunizzanti e vi saranno riportati il timbro e la firma del Sanitario che li ha somministrati. Se tali indicazioni mancano significa che chi custodiva i cuccioli ha agito nel non rispetto della corretta prassi, in tal caso ATTENZIONE !!! meglio soprassedere o mettere in conto probabili difficoltà.
- Sottoporre al più presto il cucciolo ad una VISITA DI CONTROLLO dal proprio Veterinario di fiducia.
- Mettete il cucciolo a contatto con altri soggetti della stessa specie solo se questi ultimi sono correttamente vaccinati. Recatevi in ambienti frequentati da altri animali solo dopo aver concluso il PROTOCOLLO VACCINALE suggerito dal vostro Veterinario.
- Somministrate al cucciolo solo FARMACI che sono stati prescritti da un Medico Veterinario che avrà redatto regolare ricetta medica. Tutti i medicinali hanno anche effetti collaterali e pertanto vanno usati solo quando necessari e sotto controllo medico. Inoltre errori di posologia rendono il farmaco inutile o dannoso.
- Se il cucciolo dovesse presentarsi svogliato, abbattuto, inappetente, avere vomito o diarrea o manifestare un qualunque segno di malessere consultate immediatamente il Vostro Veterinario.
- Se il cucciolo è di razza ed ha il PEDIGREE deve avere un TATUAGGIO impresso sull'orecchio o sulla coscia destra oppure gli deve essere stato applicato un MICROCHIP.
Microchip - l'identificazione elettronica del gatto
In ogni nazione europea sono sorte in questi anni numerose banche dati, talvolta organizzate in una rete nazionale centralizzata e in alcuni rari casi riunite in database sopranazionali (EuroPetNet).
Anche in Italia ci si sta organizzando, per ora con banche dati regionali; inoltre per buona volontà di alcuni Veterinari si sta mettendo a punto una trasmissione dei dati relativi a soggetti smarriti via posta elettronica.
Componenti del sistema
Il sistema di identificazione a radiofrequenza RFID si compone essenzialmente di un micro-transponder (microchip), contenuto in un iniettore monouso sterile, di un apposito lettore e, in alcuni casi, anche di una medaglia da applicare sul collare del soggetto.
Iniettore
Nei sistemi attualmente in commercio il micro-transponder è contenuto all'interno di un iniettore sterile monouso provvisto di ago indolore. L'iniettore è inoltre dotato di uno stantuffo, destinato a far uscire il micro-transponder dopo che l'ago è stato introdotto nel sottocute.
Micro-Transponder (Microchip)
Il micro-transponder è costituito da una capsula di vetro biocompatibile di 11 mm di lunghezza e 2,1 mm di diametro all'interno della quale è contenuto il microchip vero e proprio, preprogrammato con un codice d'identificazione inalterabile, insieme a un condensatore e a un'antenna. Questi micro-transponder, detti "passivi", non richiedono alcuna fonte di energia interna per conservare o trasmettere le informazioni, ma sfruttano il campo magnetico generato dal lettore durante la ricerca, per attivarsi e trasmettere il segnale. Esternamente all'involucro di vetro sono generalmente applicati dei dispositivo antimigratori, costituiti da un involucro in polipropilene che riveste la capsula di vetro per metà della sua lunghezza o da solchi sulla superficie di vetro. Lo standard FDX-B, attualmente quello in uso, prevede l'utilizzo di un codice di quindici cifre in grado di consentire, considerando la presenza del codice paese o in alternativa del codice fornitore (per un totale di massimo di 3 cifre), 274.877.906.944 combinazioni differenti.
Codice a barre
Ogni confezione di transponder riporta all'esterno 4-8 etichette adesive con il numero d'identificazione e il codice a barre corrispondente, allo scopo di consentire la lettura con l'apposito scanner ottico. Tali etichette dovrebbero essere applicate, all'atto della "chippatura" del soggetto, su ogni esemplare del modulo d'iscrizione alla banca dati oppure sul libretto delle vaccinazioni del soggetto e per gli altri eventuali usi previsti dalla normativa nazional/regionale/provinciale.
Medaglietta
In alcuni casi oltre all'applicazione del micro-transponder, può essere prevista la fornitura di un'apposita medaglia con la funzione di segnalare che il soggetto è dotato di microchip, senza tuttavia indicarne il numero.
Lettore
Il lettore (scanner) è un dispositivo in grado di emettere un campo elettromagnetico di bassa intensità in grado di attivare e alimentare temporaneamente il micro-transponder sottocutaneo. In seguito all'attivazione il micro-transponder rimanda a sua volta allo scanner un segnale elettromagnetico che viene decodificato nel codice d'identificazione e quindi visualizzato su un apposito display.
I recenti Lettori, definiti Full-ISO, sono in grado di leggere i transponder in tutti gli standard utilizzati a livello mondiale.
Tecnica e Verifica dell'assenza di un microchip
Prima di ogni nuovo impianto di micro-transponder, è indispensabile verificare la presenza o meno di altri microchip già impiantati. È quindi indispensabile disporre di un lettore Full-ISO.
La lettura deve iniziare nella sede d'impianto standard, considerando anche la provenienza dell'animale stesso. Dopo aver tolto eventuali collari metallici e avvicinato la testina di lettura al pelo (la distanza per il rilevamento è di alcuni centimetri), si devono eseguire dei movimenti a zigzag su tutta l'area di scansione, con movimenti a "8". La scansione deve essere ripetuta almeno due volte consecutive per un tempo minimo di 10 secondi a scansione prima di poter considerare l'animale privo di microchip.
Nei cani e nei gatti le sedi d'impianto sottocutaneo sono due: - la zona interscapolare (al di fuori dell'Europa, compresa Inghilterra); - la porzione media del collo sul lato sinistro (in Europa).
Controllo del micro-transponder
Prima dell'impianto è bene verificare la buona leggibilità del micro-transponder contenuto nella siringa, e la corrispondenza con il codice riportato sulla confezione, passando il lettore sull'involucro del microchip.
Contenimento dell'animale
Il procedimento è assimilabile a una normale iniezione sottocutanea sul lato sinistro del collo. L'anestesia locale è superflua in quanto, malgrado il diametro rilevante, l'ago penetra nel sottocute senza problemi e senza eccessivo dolore.
Preparazione della sede dell'iniezione
La tosatura del pelo nel punto d'inserimento dell'ago può non essere necessaria, se si divarica il pelo sufficientemente al momento dell'impianto. La disinfezione della sede è quella effettuata per le altre iniezioni.
Iniezione
Dato che l'estremità dell'ago è piuttosto obliqua, la penetrazione è assai facile e indolore, malgrado il diametro dell'ago.
Controllo dell'impianto una volta effettuato
E' sempre necessario procedere alla lettura immediatamente dopo l'impianto, al fine di verificare il corretto posizionamento e funzionamento del micro-transponder.
Suggerimenti per i proprietari
Si raccomanda di non toccare la sede dell'impianto per un periodo di 24-48 ore, per non far retrocedere il micro-transponder verso la breccia creata dall'ago, che rischierebbe di essere falsamente scambiata per una reazione di rigetto.
Inoltre, nei gatti e nei cani a pelo corto, un'eccessiva manipolazione durante le prime ore potrebbe favorire la migrazione, non essendo il micro-transponder ancora ben fissato.
Controllo
Un controllo a ogni visita rassicura il proprietario; si effettua almeno un controllo annuale in occasione della vaccinazione di richiamo. Nel momento in cui il microchip non fosse più reperibile alla lettura, una lastra radiografica è in grado di individuarne la nuova localizzazione.
Conclusioni
Il sistema antimigrazione introdotto risulta affidabile e la standardizzazione dei microchip e dei lettori europei e' ormai ultimata.
In confronto al tatuaggio, l'identificazione elettronica rappresenta un metodo al tempo stesso:
- più affidabile, per l'impossibilità di falsificare il codice e per la sua perfetta leggibilità, garantita durante tutta la vita dell'animale;
- più pratico, in quanto non richiede anestesia generale e può essere effettuato in occasione di una qualsiasi visita. Presenta inoltre una grande facilità di lettura anche su un animale poco docile;
- più internazionale, per l'unicità garantita da ciascun numero (contrariamente al tatuaggio), che rende il sistema affidabile a livello internazionale.
Ricordiamo inoltre che l'impianto di un micro-transponder, tramite iniezione, è un atto di competenza veterinaria.
Vaccinazioni
La vaccinazione consiste nell'inoculare un certo farmaco per ottenere da parte del soggetto una risposta anticorpale, cioè l'organismo viene
informato dell'esistenza di quella malattia e stimolato a reagire alla stessa producendo delle sostanze in grado di aggredire e distrugge l'agente causale dell'affezione (virus, batterio o protozoo che sia).
Il vaccino deve essere sempre inoculato ad un soggetto sano, altrimenti l'organismo
non è in grado di reagire e produrre anticorpi.
Questo prevede che prima dell'inoculo sia stata effettuata una visita e che il soggetto sia stato giudicato clinicamente sano.
La visita clinica non è un corollario ma un punto fondamentale tanto quanto e forse più dell'inoculo del vaccino.
È importante nei cuccioli sui quali si deve valutare il corretto sviluppo, l'assenza di affezioni congenite o che si evidenziano nel corso della prima infanzia (polidattilia, palatoschisi, lussazioni rotulee, affezioni cardiache, patologie dentali, alterazioni muscolo-scheletriche...); è importante negli anziani (affezioni cardiache, problemi muscolo scheletrici, alterazioni metaboliche...); è importante negli adulti (controlli funzionali generali, apparato riproduttivo - linee mammarie nelle femmine, testicoli nei maschi).
Ricordiamo che i gatti non parlano, non vi dicono "è una settimana che mi alzo con il mal di testa"; si fanno capire quando non stanno molto bene, ma lievi alterazioni non sono facili da evidenziare se non all'atto di una visita accurata.
I vaccini poi sono prodotti delicati, vanno tenuti sempre a temperatura di frigorifero e portati a temperatura ambiente solo all'atto dell'inoculo.
Solo farmaci regolarmente acquistati possono avere una tracciabilità dalla ditta produttrice al destinatario finale; tale
tracciabilità garantisce una corretta conservazione che, come detto, deve sempre avvenire a temperatura di frigorifero.
La normativa nazionale prevede che i vaccini debbano venire inoculati solo da Medici Veterinari che sono poi tenuti ad emettere certificazione dell'avvenuta vaccinazione (mediante compilazione del libretto sanitario dove viene apposto il talloncino del vaccino ed il Veterinario timbra e firma nell'apposito
spazio e/o compilazione di un vero e proprio certificato autografo).
Il Veterinario può garantire che il vaccino inoculato sia stato correttamente fabbricato e conservato solo se lo ha acquistato nel rispetto delle norme burocratico-fiscali. Questo per arrivare a dire che se il Collega acquista i vaccini in fattura non può che somministrarli emettendo a sua volta parcella.
Qualunque altro modo di agire attesta una gestione non conforme di questi medicinali, diventa incidentale il fatto che il vaccino sia efficace mentre è molto probabile che non sia in grado di indurre immunità o che addirittura sia dannoso, a breve o lungo termine, per la salute del soggetto.
In sintesi diffidate sempre di quei veterinari, o peggio di qui "praticoni", che per farvi risparmiare non
visitano il vostro amico a quattro zampe e non vi emettono parcella (che non dovrebbe essere emessa con la generica dizione
"prestazione professionale" ma riportare con diligenza e puntualizzazione la/le prestazione/i
erogata/e); piuttosto che non essere certi di quello che viene iniettato si
fanno correre meno rischi a Fido o a Micio non inoculando proprio nulla.
Kit di primo soccorso
Alcuni consigli:
- le emergenze si fronteggiano megliose si à preparati prima che si verifichino;
- il proprietario deve conoscere l'orario dell'ambulatorio veterinario in cui abitualmente si reca ed avere a portata di mano il numero di telefono del medico veterinario o del pronto soccorso di riferimento;
- tenete in casa un kit per il primo intervento (ispezionatelo almeno una volta all'anno eliminando i prodotti scaduti).
Kit di primo soccorso:
- termometro prismatico
- compresse di garza sterile
- benda
- cotone idrofilo
- cerotto in rotolo
- pomata a base di antibiotico e cortisone
- acqua ossigenata 10-12 vol.
- forbici
- pinzette
- numero telefonico del veterinario di fiducia e del pronto soccorso veterinario di riferimento
Tenete nel congelatore qualche "siberino" (i panetti che servono per tenere al freddo gli alimenti quando si va a fare una scampagnata).
Abbiate a disposizione una borsa di gomma per acqua calda.
Come fargli ingoiare una pillola
Il metodo migliore è quello di nascondere la compressa o la capsula all'interno di un boccone di cibo molto saporito (prosciutto, formaggio, carne trita) che mascheri il sapore. Molti soggetti, ed in particolare i gatti, scoprono il trucco e rifiutano il boccone o sputano il farmaco: in questi casi si deve ricorrere alla somministrazione forzata procedendo in questo modo:
- afferrare il muso con decisione (facendo attenzione a non procurare dolore per non rendere il soggetto sospettoso ed indurlo a rivoltarsi);
- infilare il pollice e l'indice della mano sinistra dietro ai canini superiori e sollevare la testa: in questo modo la bocca si apre;
- posare la pastiglia il più profondamente possibile all'interno della bocca, presso la base della lingua;
- mantenere chiusa la bocca per qualche decina di secondi massaggiando la gola per stimolare il riflesso della deglutizione; oppure si può bagnare il tartufo (naso) con alcune gocce di acqua o di altro liquido a lui più gradito, sentendo il naso inumidito lo leccherà e quindi deglutirà il farmaco.
- si può anche tentare di imburrare la superficie della pillola e poi somministrarla.
- oppure si può chiacciarla tra due cucchiai e la polvere così ottenuta può essere mescolata con del cibo.
- I gatti possono essere avvolti in un grosso asciugamano lasciando fuori la testa per impedire che usino le unghie. Altro utile accorgimento è il taglio delle punte delle unghie in modo da ridurne l'offensività.
- a somministrazione avvenuta (indipendentemente dai tentativi effettuati) fategli complimenti e premiatelo con un buon boccone!!
I proprietari di gatti possono tentare questa strada:
- ridurre la pillola in polvere o, se il farmaco è contenuto in una capsula, aprire la capsula ed estrarre la polvere;
- mescolare la polvere con un alimento in pasta possibilmente gradito a micio (pasta di acciughe, paté di olive, maionese ...);
- spalmare bene "l'intruglio" su una zampa anteriore del gatto (non mettetela semplicemente sullo zampino perché micio squoterebbe l'arto e tutto il vostro lavoro sarebbe vano, ma spalmatelo proprio bene in modo che il pelo risulti ben impastato di prodotto);
- micio, sentendosi sporco, si leccherà per pulirsi ed ingerirà cosi il farmaco senza eccessivi traumi (specie per Voi).
Come somministrare uno sciroppo o dei liquidi
Lo sciroppo ed i liquidi in genere vanno somministrati con cautela, particolarmente se sono oleosi come l'olio di vaselina (paraffina liquida) specialmente quaesti ultimi se inavvertitamente inspirati possono causare delle polmoniti "ab ingestis" anche molto serie.
La testa va mantenuta lievemente indirizzata verso l'alto in modo da favorire la deglutizione. Si deve usare una siringa a cui è stato tolto l'ago, si aspira il liquido da far ingerire e si somministra il prodotto lentamente un po alla volta facendolo defluire all'interno della commessura labiale (il punto dove il labbro superiore si unisce a quello inferiore.
Se il soggetto comincia a divincolarsi o a tossire, interrompete la somministrazione e lasciate che si riprenda, poi riprovate.
I proprietari di gatti possono tentare questa strada:
- spalmare bene il liquido su una zampa anteriore del gatto;
- il micio, sentendosi sporco, si leccherà per pulirsi ed ingerirà così il farmaco senza eccessivi traumi (specie per Voi).
Come somministrare una supposta
Per somministrare una supposta bisogna sollevare la coda del paziente e, una volta inserita la supposta, riabbassarla immediatamente, tenendola appoggiata all'apertura anale in modo da impedire che il soggetto la espella. Questa posizione va mantenuta per alcuni minuti, e bisogna anche impedire al soggetto per almeno una mezzoretta di evacuare.
Come somministrare un farmaco tramite un'iniezione sottocutanea
Spesso i farmaci da somministrare per iniezione sono da ricostituire in quanto si presentano in parte in una fiala contenente un liquido (solvente) e parte in un'altra fiala o un flaconcino contenente una polvere. la prima cosa da fare è ricostituire il farmaco.
- Si prende una siringa monouso sterile;
- Si estrae dal suo blister;
- Si fa compiere all'ago, coperto dal suo copriago, un mezzo giro sul suo asse premendolo, nel contempo, contro il corpo della siringa;
- Si apre la fiala del solvente e lo si aspira nella siringa;
- Si apre la fiala che contiene la polvere o si toglie il tappo di protezione del flaconcino;
- Si scarica il contenuto della siringa nella fiala o nel flacone (in questo secondo caso l' ago deve perforare il tappino di gomma che lo chiude);
- Si agita il flaconcino o, per le fiale, si aspetta che la polvere sia ben sciolta;
- Si aspira il medicinale ricomposto nella siringa rispottando la quantità stabilita dalla prescrizione del Medico Veterinario;
- (quando si utilizzano farmaci in flaconi, spesso il prodotto non viene utilizzato tutto in una volta, quello che avanza se si può riutilizzare, deve allora essere lasciato nel flacone che preferibilmente viene posto in frigorifero - attenersi comunque ed in ogni caso alla prescrizione del Medico Veterinario);
- Si prepara un batuffolino di cotone imbevuto di un disinfettante;
- ci si avvicina al paziente con calma, parlandogli e rassicurandolo con dolcezza.
- Si rivolge la siringa verso l'alto e si fanno uscire eventuali bolle ed alcune gocce di prodotto per assicurarsi che l'ago sia pervio, (libero).
- le zone dove di regola si effettuano le iniezioni sono: per il cane le parti laterali del torace, per il gatto la collottola;
- Si solleva la cute nell area idonea;
- nella plica cutanea cosi generata si effettua una disinfezione con il batuffolo di cotone col disinfettante;
- Si infila l'ago parallelamente al torace;
- Si aspira leggermente con lo stantuffo per assicurarsi di non essere penetrati accidentalmente in un vaso sanguigno (evenienza rarissima);
- se penetra del sangue in siringa basta arretrare l'ago di alcuni millimetri e ripetere l'aspirazione;
- se non penetra sangue nella siringa si inietta il farmaco;
- Si effettua un breve massaggio nella zona;
- Si premia e coccola un po' la/il giovanotta/o che à stato cosi bravo.
Come praticare un iniezione intramuscolare
L'iniezione intramuscolare non è così semplice e scevra da pericoli come quella sottocutanea. Fortunatamente non vi si ricorre con frequenza.
Spesso i farmaci da somministrare per iniezione sono da ricostituire in quanto si presentano in parte in una fiala contenente un liquido (solvente) e parte in un'altra fiala o un flaconcino contenente una polvere. la prima cosa da fare è ricostituire il farmaco.
- Si prende una siringa monouso sterile;
- si estrae dal suo blister;
- si fa compiere all'ago, coperto dal suo copriago, un mezzo giro sul suo asse premendolo, nel contempo, contro il corpo della siringa;
- si apre la fiala del solvente e lo si aspira nella siringa;
- si apre la fiala che contiene la polvere o si toglie il tappo di protezione del flaconcino;
- si scarica il contenuto della siringa nella fiala o nel flacone (in questo secondo caso l'ago deve perforare il tappino di gomma che lo chiude);
- si agita il flaconcino o, per le fiale, si aspetta che la polvere sia ben sciolta;
- si aspira il medicinale ricomposto nella siringa rispottando la quantità stabilita dalla prescrizione del Medico Veterinario;
- (quando si utilizzano farmaci in flaconi, spesso il prodotto non viene utilizzato tutto in una volta, quello che avanza se si può riutilizzare, deve allora essere lasciato nel flacone che preferibilmente viene posto in frigorifero - attenersi comunque ed in ogni caso alla prescrizione del Medico Veterinario);
- si prepara un batuffolino di cotone imbevuto di un disinfettante;
- ci si avvicina al paziente con calma, parlandogli e rassicurandolo con dolcezza.
- si rivolge la siringa verso l'alto e si fanno uscire eventuali bolle ed alcune gocce di prodotto per assicurarsi che l'ago sia pervio, (libero).
- la zona dove di regola si effettua l'iniezione intramuscolare è la parte laterale della coscia nella sua metà posteriore, a metà altezza fra l'inizio della coda ed il ginocchio dove vi sono delle grandi masse muscolari;
- si posiziona l'animale fermo preferibilmente in posizione sdraiata su un fianco;
- dopo aver accuratamente disinfettata la parte si infila velocemente l'ago nella massa muscolare e si aspira leggermente con lo stantuffo per assicurarsi di non essere penetrati accidentalmente in un vaso sanguigno;
- se penetra del sangue in siringa basta arretrare l'ago di alcuni millimetri e ripetere l'aspirazione;
- se non penetra sangue nella siringa si inietta il farmaco;
- si effettua un breve massaggio nella zona;
- si premia e coccola un po' la/il giovanotta/o che è stato cosi bravo.
Come misurare la temperatura corporea
Molti prendono come punto di riferimento il tartufo (il naso), tartufo umido = sta bene, tartufo caldo e secco = febbre. Non e' assolutamente cosi.
Ci possono essere cause ambientali o soggettive che portano Micio o Fido ad avere il "naso" secco senza che abbiano assolutamente il benche' minimo malessere; all' opposto vi possone essere situatzioni in cui il soggetto sta malissimo ma ha il tartufo bello umido e fresco.
Il cane ed il gatto hanno la febbre quando la loro temperatura è superiore a 39 -
39,5°C, e questo rilievo si può effettuare solo con un termometro. La temperatura si considera normale quando è attorno ai 38°-38,5°C, ma
per i cani nelle razze di grandi dimensioni può anche essere leggermente inferiore.
Quando si riscontra che la temperatura è tra 39°- 40 °C bisogna prendere precauzioni, ma se è addirittura intorno ai 40°-
40,5°C la visita dal Veterinario è essenziale.
è meglio che la temperatura venga misurata preferibilmente al mattino o alla sera, lontano dai pasti e non immediatamente dopo una corsa, una passeggiata o una pennichella al sole; al mattino di solito è più bassa che non alla sera.
Il rilievo termometrico si effettua per via rettale, utilizzando termometri prismatici con il bulbo piccolo (pediatrici), oppure quelli digitali.
Per facilitare l'introduzione nell'ano è preferibile umettare o ungere il bulbo del termometro (basta un po' di acqua), ricordando che per avere una misurazione esatta occorre spingerlo
all'interno per almeno 1 - 1,5 centimetri e lasciarlo in sito per almeno un minuto.
Bisogna tener presente che alcuni soggetti si possono "agitare",
occorre quindi prendere adeguate precauzioni per evitare di fargli male, inoltre l'eccitazione
potrebbe far sì che la temperatura aumenti di qualche decimo: bisogna tenerne conto per evitare inutili preoccupazioni.
Anche una diminuzione della temperatura corporea è però allarmante: i 37,8 °C in un cane di taglia piccola
o in un gatto sono già considerati un segnale di pericolo. Se scende a 37,2 °C bisogna
recarsi rapidamente dal Veterinario, e nell'attesa applicare una borsa di acqua calda.
Avvelenamenti
Le intossicazioni o avvelenamenti non sono cosi frequenti come di regola si è portati a pensare; spesso Micio o Fido stanno male per altre cause;
ad esempio ci si è dimenticati di vaccinarli ed il quadro clinico che presentano è quello di una malattia virale (cimurro, parvovirosi ...)
oppure si sono mangiati un bell'osso che adesso è nell'intestino e sta creando danni su danni.
Bisogna anche dire che non esiste un sintomo specifico di "avvelenamento", ma ogni sostanza tossica determina dei danni
più o meno specifici che si traducono con quadri clinici più o meno caratteristici.
L'avvelenamento fuori da una struttura sanitaria più che curarlo si previene.
Quindi non lasciate in giro sostanze tossiche e se ne dovete acquistare procuratevi
SOLO ED ESCLUSIVAMENTE prodotti sui quali sono chiaramente indicati:
COMPOSIZIONE ED ANTIDOTI.
Ad esempio se dovete eliminare dei topi acquistate un rodenticida sulla cui confezione è ben specificata quale sia la sua composizione (es. dicumarolo) e quale sia
l'antidoto (Vitamina K).
Il nome commerciale è un aiuto minimo, meglio che niente, ma saperre COMPOSIZIONE ED ANTIDOTO è meglio.
Evitate TUTTI quei prodotti che non elencano queste specifiche o che riportano solo la composizione e non l'antidoto; vi sono infatti veleni per i quali non esiste uno specifico antidoto,
in tal caso la terapia non può che essere di solo sostegno, è l'organismo che di fatto se ne deve liberare (e non sempre ci riesce).
Lasciate perdere i rimedi del cuggino, "fagli bere latte, acqua, chiaro d'uovo", "fallo vomitare" ecc. ecc., i tossici possono essere liposolubili (si sciolgono nei grassi) o idrosolubili (si sciolgono in acqua)
se ad es. faccio bere dell'acqua a un soggetto che ha ingerito un veleno idrosolubile, facilito il suo avvelenamento perchè l'acqua scioglie il tossico e ne rende più rapido l'assorbimento.
Provocare il vomito in caso di ingestione di sostanze caustiche determina ulteriori lesioni nel cavo orale.
Quindi un protocollo terapeutico si attua SOLO dopo aver individuato il veleno e deve essere attuato da persona competente.
Vi sono sostanze tossiche che agiscono anche per contatto (quindi non è necessario che vengano ingerite,
basta che il soggetto le tocchi o vi venga messo a contatto).
In tali casi bisogna lavare accuratamente la zona colpita con acqua tiepida e sapone neutro, nel caso
siano interessati gli occhi per lavarli si deve usare solo acqua. Se risultasse impossibile la rimozione del prodotto (per es. vernici, catrame) non si deve ricorrere all'utilizzo di solventi perchè
queste sostanze sono frequentemente assorbite dalla pelle e determinano intossicazioni gravi, ma si taglia il pelo imbrattato. Se vi sono lesioni cutaneea si può effettuare una prima medicazione applicando una pomata antibiotica, coperta poi con una garza.
Ad ogni buon conto la cosa fondamentale da attuare immediatamente è contattare un Medico Veterinario per farsi dire quali accorgimenti adottare nell'immediato e poi recarsi presso un Pronto Soccorso Veterinario.
La gestazione
Iniziamo da un accenno di anatomia:
L'utero è un organo cavo la cui parete e costituita in buona parte da fibre muscolari, ha forma di Y, le due braccia che puntano in alto (corna uterine) sono in contatto ciascuna con
il rispettivo ovaio e sono ben lunghe rispetto alla gamba (corpo dell'utero) che punta in basso è molto corto e comunica con la cervice (potente anello muscolare che separa il corpo dell'utero
dalla vagina) e la vagina che poi comunica con l'esterno per il tramite della vulva.
Utero di cane di piccola taglia (circa 3 Kg.).
Le
frecce rosse indicano le ovaie, le frecce gialle il corpo dell'utero, la
freccia azzurra il corpo dell'utero e la freccia nera la cervice.
Gli embrioni e quindi i feti si sviluppano nelle corna uterine. Il corpo dell'utero durante la gravidanza resta vuoto. Perché il parto avvenga la cervice deve essere dilatata (altrimenti i cuccioli non passano) e l'utero deve essere in grado di contrarsi. I cuccioli, che come detto si trovano solo nei corni uterini, devono entrare nel corpo dell'utero, passare la cervice e quindi uscire.
Gestazione e parto non sono delle malattie, non necessitano di "cure", sono delle situazioni del tutto fisiologiche come la respirazione o la digestione.
Va inoltre detto che il primo atto della commedia della vita non vede una sola attrice (la madre), ma gli attori sono di più, nel nostro caso la mamma ed i cuccioli. Già perché
i cuccioli non hanno un ruolo passivo, non vengono semplicemente espulsi, ma hanno un ruolo molto attivo, si muovono, e questi loro movimenti non solo facilitano il parto ma lo rendo effettivamente possibile.
Tant'è che in caso di morte fetale, il parto si presenta difficile ed in alcuni casi non avviene malgrado l'uso di trattamenti farmacologici. Addirittura se la morte fetale interessa tutti i cuccioli il parto
non avviene quasi mai.
C'è poi tutto il capitolo delle distocie che impediscono un parto spontaneo (per differenziarlo dal cesareo) es. la cervice non si dilata abbastanza, un cucciolo da un corno uterino sbaglia strada (si ricorda che
i cuccioli si muovono) ed anziché imboccare il corpo dell'utero e quindi la cervice scivola in parte nel corno controlaterale e mettendosi di traverso impedisce il parto, due cuccioli provenienti ciascuno da un
corno uterino si incrociano più o meno malamente - e dalla cervice sporgono la testa di un cucciolo e le zampette di un altro, o la coda di un altro insomma nell'euforia della nascita si possono venire a realizzare
gli ingorghi più disparati.
In questi casi la somministrazione dell'ossitocina è pericolosissima perché le contrazioni uterine possono schiacciare uno o più cuccioli o portare addirittura alla rottura dell'utero con pericolo di
sopravvivenza della madre e dei cagnetti se non si agisce subito per via chirurgica.
Nel caso invece il cucciolo sia solo impegnato nel canale del parto e si voglia aiutarlo a nasce la clinica ostetrica insegna, da diversi lustri e con uniformità di vedute, che non si somministra ossitocina ma
una soluzione glucosata od al limite del calcio gluconato e solo poi, se ancora necessario, si arriva all'ossitocina.
Perché?
Permettete un paragone un po' blasfemo e assimiliamo il parto ad una corsa in auto.
Primo l'auto deve essere in moto - la futura mamma deve avere le doglie e la cervice deve essere ben dilatata;
poi si pigia sull'accelleratore e si parte - l'ossitocina è il nostro accelleratore.
Ma c'è un ma, nel serbatoio ci deve essere benzina e nel motore olio.
Nel nostro caso la benzina è il glucosio e l'olio è il calcio.
Queste due sostanze sono fondamentali nella fisiologia del parto e senza di loro l'evento non si realizza; il glucosio fornisce energia e il calcio permette che le fibre muscolari dell'utero si contraggano.
Spesso succede che motivi di stress esterni, agitazione dei proprietari, situazioni anomale, allarmino la partoriente facendo si che questa "bruci" parte degli zuccheri e quelli al momento disponibili non le bastino.
Ma molte altre cause possono determinare un importante calo degli zuccheri (ad es. alcune signorine non mangiano nel giorno o nei giorni precedenti il parto).
Ricordo poi che l'ossitocina, in campo umano, è un farmaco ad esclusivo uso ospedaliero (categoria H secondo il Ministero della Sanità) da somministrare esclusivamente e sotto il diretto controllo del medico.
Personalmente non ricordo casi in cui, rendendosi necessaria la somministrazione di ossitocina, sia stato sufficiente inoculare una sola dose ma abbiamo dovuto ripetere il trattamento ogni 20 - 40 minuti sino ad avvenuto parto.
Aggiungo che partorienti per le quali si è reso necessario il ricorso al farmaco in oggetto, hanno generao figlie con il medesigo handicap.
Per concludere alcuni consigli per chi ha intenzione di far coprire la propria cagnetta:
- se alla data presunta del parto siete a circa un anno o più dall'ultimo vaccino contro Cimurro, Epatite, e Parvovirosi fate vaccinare la giovanotta un mese prima della data del calore;
- durante i primi 30-40 giorni di gestazione somministrate alimenti ricchi di Calcio ed integratori contenenti questa sostanza (il Calcio viene immagazzinato nell'organismo della gestante);
- nella seconda metà della gravidanza - ultimo terzo NON somministrate integratori che contengano Calcio (l'organismo deve abituarsi a prelevare quello depositato per far efficacemente fronte alle grosse richieste di questa sostanza a fine gravidanza/durante il parto/nella lattazione;
- all'approssimarsi del parto e durante lo svolgimento dello stesso somministrate alla giovanotta, senza forzarla e se non le vomita, bevande zuccherine e tonificanti (caffè non forte e bello dolce, succhi di frutta ecc.)
- durante l'allattamento, sin dai primi giorni, tornate a somministrare integratori di calcio e cibi ricchi dello stesso elemento (per prevenire la tetania puerperale).
Non dimenticate i fiocchi rosa ed azzurri in relazione a numero e sesso dei neonati.
IL PARTO
Il parto è un evento naturale ed è bene che il proprietario intervenga il meno possibile, limitandosi ad osservare che tutto proceda bene e coccolando la partoriente.
L'approssimarsi del parto è indicato dai seguenti segni premonitori:
- 24 ore prima la gestante si prepara un giaciglio ed inizia a dimostrarsi agitata specie se primipara;
- 12 ore prima del parto la gestante rifiuta il cibo e dalla vagina fuoriesce uno scolo bianco filante (tappo mucoso vaginale);
- 8 - 12 ore prima del parto la temperatura rettale si abbassa di oltre un grado (dalla temperatura normale di 38,5° C. si può scendere anche a 36,8°C.);
- 4 ore prima del parto inizia la dilatazione rapida della cervice;
- 1 ora prima del parto la cervice si dilata ed iniziano le doglie;
- la presenza di uno scolo nero-verdastro indica il distacco della placenta.
I cuccioli nascono "di testa" ma anche la presentazione podalica è frequente e non pericolosa.
Il cucciolo è seguito dall'emissione della sua placenta o ne nasce ancora avvolto, in questo caso la madre provvede a romperla per consentire al neonato di respirare.
Gli invogli fetali possono venire ingeriti dalla partoriente (hanno la proprietà di stimolare la lattazione), in tal caso questa può manifestare una diarrea della durata di una giornata.
Il parto dell'intera cucciolata può richiedere fino a 24-48 ore e può presentare una pausa della durata di parecchie ore.
SITUAZIONI CHE RICHIEDONO L'INTERVENTO URGENTE DEL VETERINARIO:
- perdite sanguinolente o maleodoranti dalla rima vulvare prima della scadenza del parto;
- se entro un'ora dalla perdita delle acque non nasce un cucciolo;
- premiti costanti non seguiti dal parto;
- presenza di un cucciolo in vagina;
- mancata comparsa di premiti e/o malessere della partoriente/mamma;
- superamento del termine del parto.
L'abbondante produzione di latte o cucciolate numerose possono determinare, quasi esclusivamente lella specie canina e specialmente nelle mamme di taglia medio/piccola, importanti carenze di calcio determinando la "tetania puerperale" che si manifesta con rialzo termico, tremori e rigidità degli arti. Questa evenienza richiede un immediato intervento del Veterinario.
Nella malaugurata ipotesi che la neo-mamma rimanga senza i cuccioli, bisogna somministrarle un apposito farmaco per evitare che il latte presente nelle mammelle porti all'insorgenza di mastiti.
Per il cane, nelle razze in cui è previsto il taglio della coda, ricordarsi che l'amputazione è preferibile avvenga quando il cucciolo ha tra i tre ed i cinque giorni e comunque non oltre gli otto giorni.
Riproduzione e sterilizzazione del gatto
Il gatto è una specie che ha calori "poliestrali stagionali".Questo significa che la gatta va in estro e ci resta per 7-15 giorni, poi ha un periodo di quiescenza (da una a quattro settimane), poi ha un altro calore e via cosi.
Il tutto si interrompe con l'accoppiamento e la gravidanza che nella gatta dura più o meno 63 giorni.
Nella gatta l'ovulazione è indotta dal coito.
Dopo il parto, di norma, durante tutto il periodo dell'allattamento, il calore non si ripresenta. Di norma, perché ci sono gatte molto efficienti che 10-15 giorni dopo il parto tornano in calore.
Durante la fase estrale la micia diventa più inquieta, cambia umore, ha un appetito bizzarro (a volte rifiuta il cibo, altre "è un pozzo senza fondo"), miagola a squarcia gola (anche di notte).
Bisogna tuttavia precisare che questi comportamenti, sebbene frequenti, non sempre si manifestano tutti assieme ed a volte non se ne presenta nessuno e ci si rende conto di quanto è avvenuto perché è comparsa un'allegra brigata di zampettanti esserini.
E micio? Il maschietto è solo vittima della tempesta ormonale delle femmine; micio non ha una fase estrale, un calore, si limita a rendersi conto che c'è qualcosa di nuovo nell'aria, qualcosa che lo eccita e lo spinge ad uscire di casa, a marcare il territorio (non solo all'aperto, purtroppo), a competere rudemente con altri maschi per il territorio e le gatte dei paraggi.
Per evitare che micia si riproduca si può:
- obbligarla alla castità,
- fare uso di prodotti ormonali,
- ricorrere alla chirurgia effettuando l'ovariectomia o l'ovarioisterectomia o la legatura delle tube.
I trattamenti ormonali, non sempre sono scevri da effetti collaterali più o meno pesanti (tumori mammari -che nella gatta molto frequentemente sono di natura maligna-, infezioni uterine acute, cisti ovariche).
Il ricorso al protocollo chirurgico è la strada di regola consigliata, ma quale intervento?
La legatura delle tube impedisce l'incontro tra ovulo e spermatozoi, ma le ovaie rimangono in situ è quindi un approccio sconsigliabile per i motivi più sopra ricordati.
L'ovariectomia consiste nella sola asportazione delle ovaie, l'ovarioisterectomia prevede l'asportazione di ovaie ed utero; secondo alcuni Autori può accadere che l'utero contenga delle "isole" di cellule in grado di secernere ormoni femminili e quindi di determinari degli estri in gatte private delle ovaie. è un'opinione senza dubbio meritevole di attenta considerazione, tuttavia non essendoci mai successo di avere ritor i in calore in gatte ovariectomizzate e ritenendo molto meno demolitivo l'intervento di sola ovariectomia, preferiamo asportare le sole ovaie.
La freccia rossa indica un ovaio (precisamente quello di destra), la freccia verde indica la parte terminale del corno uterino di destra e la freccia blu indica il punto dove corrono dei vasi sanguigni.
La tecnica operatoria prevede che laddove indicano le frecce verde e blu si pratichino delle legature per bloccare il flusso sanguigno e poter cosi asportare l'ovaio. Stessa procedura si adotta per l'ovaio controlaterale.
Una volta asportate le gonadi (per gonadi si intendono sia ovaie che testicoli) si suturano prima il piano della parete muscolare addominale poi quello cutaneo.
Oggi, con le attuali tecniche, è possibile ottenere una ferita superficiale molto limitata, 6 - 10 millimetri, suturata da un unico punto in materiale riassorbibile. Il punto di sutura può venire applicato in maniera che esternamente sia visibile solo un brevissimo tratto di filo senza alcun nodo e capi. Addirittura quando l'incisione effettuata è di dimensioni asssai ridotte, ricorrendo a specifici collanti non si applica alcun punto di sutura.
E per micio?
- legatura del deferente,
- asportazione dei testicoli.
I trattamenti ormonali erano stati presi anch'essi in considerazioni, ma indurre la comparsa di tumori mammari nei maschi mi sembra proprio fuori luogo.
Una precisazione, non sempre l'asportazione dei testicoli è in grado di far smettere un gatto dal marcare il territorio se tale comportamento è stato assunto da tempo tuttavia le urine emesse sono molto meno "profumate".
Se poi vi piace micio con il suo bel testone ed i guanciotti, allora non fatelo operare (i guanciotti dei maschi sono dei caratteri sessuali secondari e scompaiono con la sterilizzazione) ma mettete in predicato diverse visite dal Veterinario per ferite, ascessi, lesioni oculari o alle orecchie oltre all'alta possibilità di contrarre malattie trasmesse dai morsi come Immunodeficienza e Leucemia.
Sull'età più idonea per praticare l'intervento una volta si diceva di attendere la maturità fisica o quanto meno circa il sesto mese, oggi la scuola statunitense caldeggia la precocità e parla
di 6 - 8 settimane; quest'ultima metodica richiede una tecnica sufficientemente "fine", date anche le dimensioni dei soggetti, risulta comunque molto interessante perché ovviamente impedisce che i primi calori
possano passare inosservati (ovviamente ai proprietari non ai mici interi) portando a gravidanze e parti non graditi. La "convalescenza" è poi molto più breve rispetto a quella dei soggetti operati
in prossimità della pubertà. Per tali motivi sarebbe bene venisse adottata per i soggetti randagi o per i gatti che si allontanano da casa o da dare in affido.
Ovaio di gattina di due mesi circa. Sulla parte superiore dell'immagine è stata posta una monetina da 1 cent. di Euro per rendere idea delle dimensioni (la moneta è stata precedentemente sterilizzata e sulla cute del soggetto, dopo rasatura - detersine - trattamento antisettico, è stata applicata come d'abitudine una pellicola trasparente sintetica sterile.
Sulla garzina sono collocate: sopra ovaie e sotto testicoli di micetti di circa 2 mesi. La moneta da 1 cent. di Euro serve per rendere idea delle dimensioni.
Una colossale panzana è invece quell'assurda teoria che sosteneva di far partorire almeno una volta la gatta prima di sterilizzarla; anzi considerate che gravidanza e parto possono indurre delle alterazioni
all'utero tali da doverlo poi obbligatoriamente asportare.
Anche sul momento più idoneo per effettuare l'intervento girano delle
"leggende metropolitane"; l'intervento di ovariectomia o
ovarioisterectomia può essere effettuato in ogni momento della vita della
gatta, anche durante il "calore". Indubbiamente è meglio effettuarlo
quando la micia non presenta l'estro perché in questa fase le strutture
anatomiche interessate sono più vascolarizzate e quindi delicate, ma è una
questione di "perizia tecnica" e di spirito di sopportazione del
proprietario e dei suoi vicini.
Solitamente il gatto sterilizzato, maschio o femmina che sia, non cambia
comportamenti e neppure il carattere, ad es. se era cacciatore lo resta.
Alcuni tendono però ad impigrire, a mettere su pancetta, in questo caso è il loro proprietario che deve intervenire rimpinzandoli di meno.
Tra gli effetti collaterali correlati all'intervento di sterilizzazione merita particolare attenzione la questione relativa alla Sindrome Urologica Felina (FUS). Questa patologia consiste
nella formazione in vescica di una sabbiolina (renella). La renella può occludere l'uretra che è il canalino che mette in comunicazione la vescica con l'esterno. La femmina
dispone di un'uretra molto dilatabile e più corta di quella del maschi e quindi statisticamente la femmina è meno soggetta a gravi problemi di FUS.
Nel Micio invece l'uretra è meno dilatabile e più lunga (percorre il pene); il gatto maschio sterilizzato va incontro anche ad una certa atrofia (riduzione delle dimensioni)
del pene e, in conseguenza, del diametro dell'uretra. Gli episodi di FUS nel gatto maschio rischiano di essere quindi gravi.
FeLV - Leucemia Virale Felina
La FeLV è una malattia virale causata da un retrovirus.Si trasmette tramite: saliva, secrezioni nasali, morsi, trasfusioni, latte materno, accoppiamento, urina, feci e via transplacentare.
I soggetti infettati presentano una fase iniziale di viremia (presenza del virus nel sangue) che dura 2 - 4 settimane.
Poi possiamo grossomodo distinguere tre situazioni:
- un 30% dei soggetti infettati continua a presentare viremia per altri 1 - 2 anni, in seguito questi presentano sintomatologia clinica e nell'arco di 3 - 5 anni giungono al decesso.
- un 60% dei soggetti infettati presenta delle viremie transitorie ed il soggetto può autosterilizzarsi o presentare sintomatologia clinica e nel tempo decedere.
- un 10% dei soggetti il virus viene sequestrato nel midollo, in seguito ad avvenimenti stressanti può ripresentare viremia e quindi poi ricadere nella situazione 1) o 2).
- neoplastica - linfomi, leucemia, fibrosarcoma, melanoma...
- forma proliferativa non neoplastica - linfoadenomegalia (ingrossamento linfonodale)...
- degenerativa - anemia, problemi oculari, problemi renali, artriti, problemi neurologici, infertilità, aborti.
- sindrome da immunodeficienza acquisita (FAIDS) - stomatite e gengiviti croniche; ulcerazioni su lingua, gengive, mucosa buccale ed ulcerazioni dietro i molari; infezioni respiratorie; enteriti; altre infezioni quali FIP; dimagramento ed inappetenza.
La terapia è una terapia mirata ad alleviare il quadro clinico rilevato e migliorare la qualità della vita.
Esiste una profilassi vaccinale che si attua dopo l'effettuazione di 2 test specifici con esito negativo.
Fondamentale, come sempre quando si tratta di vaccinazioni, è che l'iniezione del vaccino venga praticata su un soggetto clinicamente sano.
FIP - Peritonite Infettiva Felina
È una patologia molto subdola, dopo oltre tre decenni di studi resta ancora misteriosa; al momento sembra sia la maggior causa di mortalità tra i soggetti che vivono in comunità.L'agente infettante è un coronavirus.
Vi sono diversi ceppi di coronavirus felini (FCoVs), la maggior parte di essi vive nell'intestino e pertanto sono stati denominati "coronavirus enterici felini" (FECV).
Questi coronavirus felini (FCoVs) del tratto intestinale causano enteriti (diarree) frequentemente autolimitantesi, i soggetti che presentano episodi enterici ricorrenti sembra svolgano un importante ruolo nella diffusione della FIP.
Il virus della FIP (FIPV) è una mutazione virulenta dei più tranquilli FCoVs, che anziché rimanere nell'intestino si diffonde per l'organismo interagendo con il sistema immunitario.
Tutti i gatti possono venire colpiti, ma sembrano più predisposti i gatti di razza, i soggetti dai 5 mesi ai due anni e gli ultraquindicenni.
I quadri clinici si dividono in forma secca e forma essudativa.
La forma secca presenta lesioni (granulomi) al fegato, rene, polmoni, pancreas, encefalo, occhio, si ha perdita di peso e sintomatologia correlata all'apparato colpito.
La forma essudativa è caratterizzata da febbre, inappetenza, dimagramento, apatia, distensione addominale per grande accumulo di liquidi, respirazione difficoltosa per raccolta di liquidi nello spazio pleurico, ttero, vomito e/o diarrea.
La diagnosi è sempre difficile, si basa sul quadro clinico ed esami di laboratorio ne esistono anche di specifici ma non sempre sono attendibili, anzi .....
Il perché è presto detto: gli
antigeni virali, cioè quelle strutture proprie del virus che scatenano la
risposta dell'organismo del micio, sono uguali tra
FIPV e FCoVs; quindi i test non sono in grado di distinguere se l'infezione in atto è dovuta ai virus cattivi, che portano a FIP, o a quelli più
tranquilli che danno enterite.
Si è tentato allora di valutare la risposta anticorpale (titolazione
anticorpale) nella presunzione che i virus "cattivi" determinassero un
titolo anticorpale più elevato (visto che se ne vanno a spasso per tutto l'organismo del povero gatto), tuttavia anche questa suggestiva ipotesi si è
dimostrata infondata.
Quindi, in buona sostanza, la diagnosi certa di FIP sul soggetto vivo è assai ardua, deve essere comunque supposta, e direi data per quasi certa, più riferendosi al quadro clinico (sui sintomi) che basandosi sulla laboratoristica.
La certezza diagnostica si può avere mediante esame istopatologico effettuato su campioni bioptici o necroscopici.
Quando per un soggetto si ha conferma della diagnosi di FIP si deve purtroppo sapere che anche tutti gli altri soggetti del clan sono contagiati. Va precisato tuttavia che solo al massimo il 16% dei soggetti sicuramente contagiati manifesterà poi la malattia.
I soggetti contagiati presentano titoli anticorpali per 6-12 mesi, bisogna quindi effettuare più test per valutare il superamento della malattia.
Prima di inserire un nuovo soggetto nella comunità è necessario che nessun soggetto risulti ancora positivo.
È consigliabile testare un soggetto due volte a distanza di 4 settimane prima di immetterlo in comunità.
Anche un micio di ritorno da una monta o da un'esposizione dovrebbe venir tenuto in quarantena per due settimane e poi venir testato prima di essere reimmesso nel gruppo.
I gatti sieronegativi se immessi in una comunità dove vi sono dei soggetti sieropositivi hanno maggiore probabilità di contrarre la malattia (da 1 a 6 volte).
Se un soggetto muore per FIP prima di inserire un altro micio bisogna aspettare alcuni mesi, l'ambiente, e tutti gli accessori del gatto deceduto, devono venire lavati e disinfettati (va bene ipoclorito di sodio - candeggina - diluita 1:32.
L'uomo veicolando saliva o feci di animali ammalati può contribuire efficacemente alla diffusione della malattia.
La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci per migliorare le condizioni di vita, la mortalità e comunque elevatissima circa il 95%.
La profilassi si basa sulla somministrazione di un vaccino, per ora non commercializzato in Italia e che conferisce un'immunità non totale, circa del 75%, e sull'isolamento dei soggetti ammalati.
Fondamentale, come sempre quando si tratta di vaccinazioni, è che la
somminisatrazione del vaccino venga praticata ad un soggetto clinicamente sano.
FIV - Immunodeficienza Virale Felina
È una malattia virale sostenuta da un retrovirus.La trasmissione avviene principalmente attraverso il morso e la saliva con il lambimento.
Risultano pertanto più esposti i maschi non castrati, perché lottano e si feriscono per la conquista del territorio.
La malattia può presentare diversi quadri clinici, alcuni Autori distinguono 4 stadi:
- acuto, dopo una incubazione di settimane o mesi il soggetto presenta febbre, ingrossamento dei linfonodi inappetenza;
- asintomatica, vi è solo uno squilibrio nel sangue per quanto riguarda una componente dei globuli bianchi (linfociti);
- dei segni clinici non specifici, febbre ricorrente, ingrossamento linfonodale generalizzato, dimagramento, posssibili turbe comportamentali, quadro ematico alterato;
- terminale dell'immunosoppressione, si hanno quadri clinici correlati alla soppressione del sistema immunitario: infezioni persistenti o ricorrenti batteriche, virali, micotiche o protozoarie, neoplasie, febbre ricorrente, turbe nervose, dimagramento, quadri ematici alterati.
Per la diagnosi ci si basa sulla sintomatologia clinica confermata da test specifici di laboratorio.
Vi sono trattamenti terapeutici che hanno lo scopo di migliorare le condizioni di sopravvivenza quando il soggetto manifesta qualche disturbo.
Non esiste per il momento un vaccino, si consiglia la castrazione dei soggetti a rischio e l'isolamento dei soggetti che risultano ammalati.
La filariosi cardiopolmonare
La filariosi cardiopolmonare è una malattia causata da un parassita, un nematode (verme tondo), chiamato Dirofilaria Immitis.
Ciclo vitale.
Questo verme richiede non solo un ospite definitivo, dove vive l'adulto che si riproduce, ma anche un ospite intermedio che diffonde la malattia e nel quale il parassita si sviluppa.
Possono venire colpiti in generale tutti i carnivori: quindi i cani, i gatti, i furetti ecc. ecc (ospite definitivo).
I parassiti adulti vivono di regola nel cuore destro e nell'arteria polmonare; altre localizzazioni possono essere la vena epatica, l'arteria aorta, le arterie iliache o le femorali,
i testicoli, il cervello o l'occhio.
I soggetti parassitati presentano nel cuore ed areee viciniori da 5 a 30 parassiti, in altri casi si sono potuti rilevare sino a 100 vermi.
Il maschio del parassita adulto ha un diametro di circa 0,8 mm. ed una lunghezza di 15 cm.; la femmina è più grande, ha un
diametro di circa 1,2 mm. ed una lunghezza che può raggiungere i 30 cm.
La femmina, dopo la fecondazione, emette direttamente nel circolo sanguigno le microfilarie (larve di prima età- L1 -) che permangono per lungo tempo nel torrente sanguigno (anche due anni).
Prima di diventare adulti le larve subiscono quattro mute.
Non sempre i soggetti parassitati presentano forme larvali in circolo, può capitare ad esempio che un ospite abbia nel suo organismo solo parassiti di un unico sesso o che
in seguito a trattamenti farmacologici i parassiti siano divenuti sterili.
Le larve di prima età per svilupparsi e mutare devono venire "succhiate" da una zanzara (un dittero ematofago del genere culex) che assolve al ruolo di ospite intermedio.
Nella zanzara le larve di prima età subiscono due mute (da L1 a L2 e quindi da L2 a L3).
Le larve di terza età (L3) penetrano nell'organismo dell'ospite definitivo mediante il pungiglione della zanzara quando questa decide di fare un pasto.
Rapidamente le L3 mutano in larve di quarta età (L4) che penetrano nel circolo sanguigno, queste successivamente subiscono una nuova muta e divengono larve di quinta età (L5)
e raggiungono il cuore dove si fissano e divengono parassiti adulti.
Dal momento in cui le L3 penetrano nell'organismo dell'ospite definitivo al momento in cui i parassiti divengono adulti ed iniziano a riprodursi occorrono circa sei mesi.
Il parassita adulto può vivere fino a cinque anni.
Diagnosi.
La sintomatologia è non specifica, ma riferibile genericamente ad un danno cardiaco.
In un primo tempo il soggetto colpito da filariosi manifesta un quadro che si definisce come "sindrome da minor rendimento" abbiamo malessere, minor vivacità e minor
resistenza allo sforzo fisico; tale situazione risulta più evidente in un soggetto sportivo, cane da caccia o corridore, in un soggetto da compagnia o sedentario
la sintomatologia può risultare non evidente.
Col tempo si vengono a determinare delle alterazioni cardiache anche imponenti con grave compromissione dello stato fisico del paziente. La mortalità, specie nel gatto, può essere elevata .
La diagnosi specifica si effettua:
- evidenziando le larve (L1) del parassita in una goccia di sangue;
- ricorrendo a test immunoenzimatici specifici.
Profilassi.
Non esiste un vaccino, pertanto nelle zone a rischio si deve effettuare una profilassi imperniata su due capisaldi:
- vitando le punture delle zanzare (vi sono appositi prodotti che esercitano tale azione);
- facendo assumere ai soggetti specifici prodotti atti ad uccidere le forme lavali (L3 ed L4) eventualmente trasmesse dai vettori (zanzare).
Questo trattamento si effettua quindi quando sono presenti le zanzare, in genere da maggio ad ottobre, somministrando l'ultima dose DOPO la scomparsa degli insetti.
A seconda della situazione possono venire somministrati prodotti per iniezione, per bocca o spot-on (quelle pipettine il cui contenuto viene depositato tra le scapole alla base del collo).
Prima di effettuare la profilassi è buona norma effettuare un test per vedere se il soggetto ha comunque contratto la malattia. La frequenza con cui va ripetuto questo test è in relazione al tipo di profilassi effettuata: si effettua sempre la prima volta che si effettua la profilassi, ogni due-tre anni se la profilassi avviene con prodotti per bocca (possono venire sputati, vomitati o in seguito a problemi diarroici venire eliminati prima di un sufficiente assorbimento intestinale); ogni 4-6 anni con prodotti spot-on e per iniezione (la non risposta ad una somministrazione corretta di un farmaco è sempre possibile).
Terapia.
Il soggetto affetto da filariosi può essere curato somministrando un apposito prodotto in due riprese a distanza di 24 ore.
Nel periodo che precede e segue il trattamento terapeutico specifico di norma si soministrano dei farmaci di "sostegno".
La terapia è pesante, non scevra da effetti collaterali e purtroppo non offre una garanzia di guarigione totale.
La Clamidiosi
La Clamidiosi felina è sostenuta da Clamidia Psittaci sottogruppo B, si trasmette da un gatto all'altro per contatto con secrezioni infette.Il contagio dal gatto all'uomo è considerata evento raro se non eccezionale.
Possono venire infettati gatti di tutte le età anche se risultano particolarmente esposti i gattini di uno-due mesi.
Negli allevamenti o comunità la malattia si diffonde rapidamente; la mortalità è bassa negli adulti ma può raggiungere il 50% nei cuccioli.
Il quadro sintomatologico non è dissimile da quello evidenziato nel corso di altre affezioni respiratorie.
Inizialmente si ha congiuntivite, di norma monolaterale poi viene coinvolto anche l'altro occhio, che può risultare l'unico sintomo, quindi rinite, laringotracheite, febbre, bronchiti e broncopolmoniti se subentrano infezioni opportuniste.
La congiuntivite può persistere per un mese ed oltre.
Sembra che dopo la guarigione l'infezione resti comunque latente ed in caso di stress, come parto, allattamento altre malattie ecc., si riacutizzi.
Esiste una profilassi vaccinale che purtroppo non appare efficacissima in quanto i soggetti possono comunque manifestare sintomi clinici sebbene di ridotta entità.
Il vaccino deve essere sempre somministrato a soggetti clinicamente sani.
Toxoplasmosi
È una malattia parassitaria causata da un protozoo chiamato "Toxoplasma Gondii".Di norma l'umano che contrae questa malattia non accusa sintomatologia se non malesseri di tipo generico che per lo più passano inosservati, ma in alcuni casi vi sono problemi più seri sui quali non mi soffermo per estraneità professionale.
Viceversa per le gestanti il Toxoplasma è effettivamente un pericolo, specie nel primo terzo della gravidanza, non per loro direttamente ma per il nascituro che può andare incontro a malformazioni.
Per precauzione le signore in dolce attesa devono osservare alcuni semplici suggerimenti:
- cuocere la carne prima di consumarla, assicurandosi che sia ben cotta anche la parte interna;
- lavarsi bene le mani dopo aver toccato carni crude;
- alimentare i gatti di casa solo con cibi cotti o cibi industriali (scatolette e/o croccantini) ed impedire che vadano liberamente a caccia;
- buttare le feci del gatto nella rete fognaria, lavare e disinfettare la cassettina tutti i giorni (questa manovra è preferibile venga compiuta da una terza persona, nel caso la debba compiere la gestante calzi sempre guanti di gomma);
- indossare guanti protettivi se si deve manipolare del terreno od altri elementi potenzialmente contaminati;
- evitare il contatto con gatti che si alimentano diversamente da come sopra detto o la cui fonte di nutrimento sia sconosciuta;
- distruggere topi, scarafaggi, mosche, lombrichi e lumache che diffondono largamente il parassita nell'ambiente;
Responsabile della diffusione ambientale della malattia sono effettivamente i felini (da noi prevalentemente il gatto).
Micio, se ammalato, elimina il parassita con le feci sotto forma di "oocisti"; le "oocisti" devono soggiornare
nell'ambiente esterno per almeno 36-48 ore per diventare "mature" e poter contagiare.
L'ingestione di queste "oocisti mature" può essere un modo per contagiarsi, ma senza dubbio non è il più importante;
sia per le norme igieniche che normalmente si adottano (pulizia della cassetta) sia perché il micio ammalato emette oocisti per un massimo di 15-20 giorni
poi acquisisce un'immunità che salvo crolli eccezionali gli dura tutta la vita.
La reale e quasi esclusiva fonte di contaminazione avviene ingerendo carni crude o poco cotte dove sono presenti delle "Pseudocisti" invisibili ad occhio nudo.
Anche micio si contagia per questa via o mangiando roditori o rifiuti infestati.
Il ciclo riproduttivo del Toxoplasma avviene esclusivamente nei felini e segue grosso modo questo schema:
- ingestione di oocisti mature o pseudocisti,
- apertura delle stesse nel tubo digerente,
- replicazione nella mucosa intestinale (diarrea) con emissione delle oocisti immature.
Esiste un altro ciclo definito "entero-somatico", sempre sommariamente:
- ingestione di oocisti mature o pseudocisti,
- apertura delle stesse nel tubo digerente,
- i parassiti ingeriti entrano nel circolo sanguigno e si vanno ad incistare in vari distretti prevalentemente nelle masse muscolari.
Questo ciclo è quello cui vanno soggetti TUTTI (gatti compresi).
Quindi il gatto ha entrambe le forme di Toxoplasmosi (enterica ed entero-somatica); l'essere umano, il cavallo, il bovino, il cane, il topo, ecc. ecc. solo a quella entero-somatica.
Morale per prendere la Toxoplasmosi dal gatto devo osservare norme igieniche molto scarse o mangiarmi un gatto crudo o poco cotto.
Per prendermi la Toxoplasmosi da un cane devo mangiarmelo crudo o poco cotto.
Per prendermi la Toxoplasmosi da un cavallo, bovino o maiale devo mangiarmelo crudo o poco cotto (carpaccio roast-beef, tagliata ecc.)
I sintomi nel gatto sono: enterite, eccezionalmente sono interessati il sistema nervoso, l'apparato polmonare (polmonite), l'occhio (retinite, irite), il pancreas (pancreatite acuta).
I sintomi nel cane (che si può ammalare ma non può diffondere la malattia a meno che non venga mangiato crudo o poco cotto) sono in linea di massima inapparenti,
eccezionalmente si può avere polmonite, epatite, lesioni oftalmiche e nervose.
La diagnosi, fatta salva nel gatto con enterite, è assai complessa e richiede l'esecuzione di specifici esami di laboratorio.
Gli esami del sangue
Sul sangue si possono effettuare numerosi esami:- presenza, numero, percentuale, contenuto dei componenti cellulari (emocromocitogramma);
- biochimici;
- sierologici - immunoenzimatici.
EMOCROMOCITOGRAMMA
È l'esame del sangue che ne determina la composizione corpuscolare (CBC - dall'inglese Complete Blood Count).
Fornisce informazioni sullo stato di idratazione, sulle infezioni, sull'anemia, sulle capacità di coagulazione, sulle potenzialità di risposta del sistema immunitario.
È un esame importante in caso di febbre, vomito, diarrea, debolezza, pallore delle mucose, mancanza di appetito.
Le determinazioni avvengono mediante apposite apparecchiature elettroniche
o, per gli elementi cellulari, "ad occhio" con un buon microscopio ed adottando appositi vetrini portacampione (camera di Buerker o Burker).
>microscopio bioculare con ottica ad immersione che permette oltre mille ingrandimenti
la camera di Buerker - speciale vetrino portaoggetti usato per la CBC
Di regolano vengono presi in considerazione:
ERITROCITI (RBC - Red Blood Cell)
Sono i globuli rossi, corpuscoli che trasportano ossigeno e anidride carbonica, del diametro medio di 8 micron (8 millesimi di millimetro) a forma di disco appiattito al centro.
Valori normali 6.150.000 - 8.700.000 /mmc (millimetro cubo) per il cane e 6.120.000 - 11.860.000 /mmc per il gatto.
Alla nascita sono molto di più, ma dopo pochi giorni scendono ai valori normali. Un uomo dispone di circa 5 i litri di sangue, possediamo in totale 25 mila miliardi di globuli rossi
(l'uno accanto all'altro coprirebbero una superficie pari a quella di un campo di calcio).
All'esame è possibile calcolare anche altri parametri dei quali riportiamo anche i valori ritenuti normali:
- MCD (Mean Corpuscolar Diameter = diametro medio di ciascun eritrocita): 7-8 micron (1 micron = 1 millesimo di mm.)
- MCV(Mean Corpuscolar Volume = volume medio dei globuli rossi) HMT/n° globuli rossi in milioni: 80-94 femtolitri (1 femtolitro (fl.) = 1 milionesimo di miliardesimo di litro)
- MCH (Mean Corpuscolar Haemoglobin = quantità di emoglobina presente in ciascun globulo rosso) Hb/n° globuli rossi in milioni: 27-32 picogrammi (1 picogrammo = 1 miliardesimo di milligrammo)
- MCHC (Mean Corpuscolar Haemoglobin Concentration = concentrazione media di emoglobina in ciascun globulo) Hb/HMT: 28-36 g/100ml di soli globuli rossi
- MCT(Mean Corpuscolar Thickness = spessore medio di ciascun globulo rosso): 1,7-2,5 micron
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere causati da anemie o da emorragia
(Red blood cells Distribution Width)
È l'ampiezza di distribuzione dei volumi eritrocitari, esprime cioè il Coefficiente di Variazione dei dei volumi eritrocitari ed è quindi un parametro che informa circa la presenza di anisocitosi (differenza delle dimensioni dei globuli rossi). Aumenta, ad es., in caso di anemia rigenerativa per la presenza in circolo di cellule di grosse dimensioni o, per la presenza in circolo di cellule di piccole dimensioni, in caso di anemia da carenza di ferro.
RETICOLOCITI
Sono globuli rossi immaturi. Se presenti in circolo in quantità elevata indicano un'anemia degenerativa.
EMOGLOBINA (Hb - Hgb)
Proteina, costituente principale dei globuli rossi, adibita principalmente al trasporto dell'ossigeno dai polmoni ai tessuti; nel suo viaggio di ritorno nel sangue venoso l'emoglobina trasporta invece anidride carbonica ai polmoni dai quali questa viene espulsa con l'aria espirata.
La sua formazione avviene nel midollo osseo simultaneamente a quella degli eritrociti immaturi; in un globulo rosso esistono circa 350 milioni di molecole di emoglobina, ciascuna delle quali in grado di trasportare quattro molecole di ossigeno.
Sono considerati valori normali quelli compresi fra 14,1-20 g/100 ml per il cane e 9-15,6 g/100ml per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere causati da diarrea, da disidratazione, da enfisema, da policitemia (presenza di un numero elevato di globuli rossi nel sangue, conseguente ad un'aumentata produzione di queste cellule da parte del midollo osseo) , da poliglobulia (l'aumento dei globuli rossi causato ad esempio dalla permanenza in montagna) , da shock, da ustioni, da trasfusioni ripetute.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere causati da aplasia (crescita e sviluppo incompleti o ridotti di un organo o di un tessuto) midollare, da collagenopatie (sono due gruppi di malattie: le collagenopatie vere e proprie e le malattie del tessuto connettivo. Le prime sono rare e caratterizzate da pelle sottile , molle e difficoltà di guarigione delle ferite. Le seconde sono causate dal cattivo funzionamento del sistema immunitario; sono relativamente rare e comprendono l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso.), da deficit di ferro, da deficit di vitamina B12, da emorragie, da epatopatie, da infezioni gravi, da insufficienza renale cronica, da leucemie, da neoplasie maligne, da ulcera peptica.
EMATOCRITO (HMT - Hct)
Esame che misura la quantità percentuale dei globuli rossi rispetto alla frazione liquida del sangue.
Valori considerati normali sono 43,3 - 59,3% per il cane, 29,3 - 49,8% per il gatto
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere causati da diabete, da insufficienza renale acuta, da peritonite, da policitemia (presenza di un numero elevato di globuli rossi nel sangue, conseguente ad un'aumentata produzione di queste cellule da parte del midollo osseo) , da poliglobulia (l'aumento dei globuli rossi causato ad esempio dalla permanenza in montagna), da uso di diuretici, da ustioni, da vomito, da disidratazione.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da carcinoma della prostata, da emorragie, da intossicazioni da fosforo, da infezioni gravi, da insufficienza epatica, da somministrazione di anticoagulanti.
centrifuga da microematocrito - in primo piano il disco su cui vengono fissati i microcapillari contenenti il campione di sangue.
Dopo averla attivata sulle scale si leggono le percentuali di ematocrito dei campioni>
microcapillare raffrontato ad una moneta da 1 centesimo di Euro
LEUCOCITI (WBC)
Chiamati anche globuli bianchi; sono conteggiati con speciali apparecchi contaglobuli o, come detto, mediante un buon microscopio e la camera di Buerker.
Valori normali 6.020 - 16.020 /mmc (millimetro cubo) per il cane e 4.870 - 20.100 /mmc per il gatto.
Ve ne sono di diversi tipi: basofili, eosinofili, neutrofili, linfociti, monociti.
La loro funzione è quella di difendere l'organismo dalle infezioni. L'esame che evidenzia la percentuale dei diversi globuli bianchi presenti nel sangue si chiama formula leucocitaria.
è molto importante, quando c'è un aumento di globuli bianchi, sapere quale tipo sia aumentato: in questo modo, si può stabilire che tipo di infezione è in atto.
- GRANULOCITI:
- NEUTROFILI
Rappresentano la classe più numerosa; in genere aumentano nelle infezioni batteriche.
Valori normali 3.230 - 10.850 /mmc (millimetro cubo) per il cane e 2.500 - 12.500 /mmc per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da artrite reumatoide, da emorragie, da gotta, da gravidanza, da infezioni acute ad esempio appendicite acuta, da leucemie, da neoplasie maligne, da pancreatite, da uso di farmaci, da ustioni, da vaccinazioni.
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere determinati da agranulocitosi, da anemie, da cirrosi epatica, da epatiti croniche, da influenza, da lupus eritematoso, da intossicazione da benzolo, da piombo, da terapia radiante e antiblastica - BASOFILI
Valori normali 10 - 540 /mmc (millimetro cubo) per il cane e zero/mmc per il gatto.
Valori superiori a quelli normali possono essere determinati da epatite acuta, da insufficienza renale cronica, da leucemia, da rettocolite ulcerosa.
Valori inferiori a quelli normali possono essere causati da gravidanza, da infezioni acute, da ipertiroidismo, da uso di estrogeni. - EOSINOFILI
Valori normali zero - 1.820 /mmc (millimetro cubo) per il cane e zero - 1.500 /mmc per il gatto.
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere causati da allergie, da eczemi, da granulomatosi, da leucemie, da morbo di Addison, da neoplasie maligne, da irradiazioni.
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere causati da agranulocitosi, da insufficienza renale cronica, da interventi chirurgici, da ipotiroidismo, da shock anafilattico, da traumi, da uso di farmaci cortisonici.
- NEUTROFILI
- AGRANULOCITI:
- LINFOCITI
Gruppo di globuli bianchi di importanza essenziale per la funzionalità del sistema immunitario dell'organismo.
Valori normali 530 - 3.440 /mmc (millimetro cubo) per il cane e 1.500 - 7.000 /mmc per il gatto.
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da artrite reumatoide, da epatite, da gotta, da infezioni, da uso di farmaci, da vaccinazioni.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da Immuno Deficienza Felina (FIV), da aplasia (crescita e sviluppo incompleti o ridotti di un organo o di un tessuto) midollare, da insufficienza renale, da irradiazioni, da linfomi, da lupus eritematoso, da neoplasie maligne, da uso di farmaci citostatici (farmaci capaci di bloccare la crescita delle cellule) e cortisonici. - MONOCITI
Sono cellule del sangue di grandi dimensioni, più grandi rispetto agli altri leucociti.
Valori normali zero - 430 /mmc (millimetro cubo) per il cane e zero - 850 /mmc per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da collagenopatie (sono due gruppi di malattie : le collagenopatie vere e proprie e le malattie del tessuto connettivo. Le prime sono rare e caratterizzate da pelle sottile , molle e difficoltà di guarigione delle ferite . Le seconde sono causate dal cattivo funzionamento del sistema immunitario; sono relativamente rare e comprendono l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso.), da endocarditi, da leucemia, da neoplasie maligne, da rettocolite ulcerosa.
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere determinati da anemie, da irradiazioni.
- LINFOCITI
PIASTRINE
Sono i più piccoli elementi figurati del sangue che contribuiscono alla coagulazione; aggregandosi insieme in particolari situazioni (traumi, ferite, emorragie) bloccano le emorragie.
Valori normali 164.000 - 510.000 /mmc (millimetro cubo) per il cane e 26.000 - 470.000 /mmc per il gatto.
La loro aggregazione è un fenomeno sfavorevole quando tende ad avvenire in condizioni normali, perchè può portare alla trombosi. La loro diminuzione causa alterazioni dell'emostasi con allungamento del tempo di emorragia.
Valori superiori a quelli presi come riferimento possono essere determinati da carcinomi, da carenza di ferro, da troppo esercizio fisico, da febbre reumatica, da infiammazioni, da leucemie, da osteomieliti, da parto, da policitemia (presenza di un numero elevato di globuli rossi nel sangue, conseguente ad un'aumentata produzione di queste cellule da parte del midollo osseo) , da splenectomia (asportazione della milza), da traumi, da uso di vitamina B12.
Valori inferiori a quelli presi come riferimento possono essere determinati da anemia aplastica, da deficit di vitamina B12, da infezioni virali, da leptospirosi, da leucemia, da linfomi, da trasfusioni, da uso di antibiotici, di barbiturici, di diuretici, di fenilbutazone (farmaco antinfiammatorio non steroideo, FANS), usato per alleviare i sintomi di alcuni tipi di artrite, di ipoglicemizzanti (farmaci per diabetici che abbassano la glicemia stimolando la produzione di insulina da parte del pancreas: sono compresse da prendere per bocca), di piramidone e di sulfamidici (categoria di farmaci storici perchè furono i primi ad essere usati contro le infezioni; oggi sono in gran parte sostituiti dagli antibiotici).
MPV (Mean Platelet Volume - volume piastrinico medio)
Indica le dimensioni medie di una piastrina; un incremento indica l'aumentata produzione di piastrine, un decremento associato ad una diminuzione della conta piastrinica indica ad es. un deficit piastrinico immunomediato.
Pct(Plateletcrit - piastrinocrito)
Il piastrinocrito rappresenta la frazione percentuale della massa del sangue intero occupata dalle piastrine.
PDW (Platelet Distribution Width)
Indica l'ampiezza di distribuzione dei volumi piastrinici cioÈ la presenza di piastrine di dimensioni diverse.
FIBRINOGENO
Sostanza proteica (globulina) che interviene con gli altri fattori della coagulazione a favorire la coagulazione del sangue, in quanto si trasforma in fibrina (proteina filamentosa che forma l'impalcatura del coagulo).
Sono considerati normali valori di 100-245 mg/100 ml per il cane e 110-370 mg/100 ml per il gatto.
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da artrite reumatoide, da arteriosclerosi, da cirrosi, da epatite virale, da gotta, da gravidanza (aumenta nella cagna gravida da almeno 30 - 40 giorni), da infarto del miocardio, da insufficienza renale, da mieloma multiplo, da traumi, da ustioni.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da carcinoma della prostata, da emorragie, da intossicazioni da fosforo, da infezioni gravi, da insufficienza epatica, da somministrazione di anticoagulanti.
VES
È una sigla che sta per "velocità di eritro sedimentazione"; in pratica calcola il tempo necessario perchè la parte solida del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) si separi da quella liquida (plasma)
Valori normali sono 7 mm./ora sia per il cane che per il gatto.
Non si tratta di valori molto precisi in quanto la VES può essere normale anche se l'infezione è già in atto, oppure può risultare elevata quando ormai si è già guariti e quindi è più che mai necessario il parere del Veterinario.
Cause di valori superiori alla media di riferimento possono essere determinati da artrite reumatoide, da epatopatie, da gravidanza, da infarto cardiaco, da infezioni, da infiammazioni, da insufficienza renale, da leucemie, da neoplasie maligne, da shock, da toxoplasmosi.
Cause di valori inferiori alla media di riferimento possono essere determinati da allergie, da microcitemia (malattia del sangue in cui esistono globuli rossi più piccoli dei normali), da neoplasie terminali, da policitemie (presenza di un numero elevato di globuli rossi nel sangue, conseguente ad un'aumentata produzione di queste cellule da parte del midollo osseo), da uso di steroidi e da anticoagulanti.
l'apposita provetta per la determinazione della VES con il capillare (tubetto) da inserire che serve per controllare, ad intervalli orari, la sedimentazione del sangue.
GLI ESAMI BIOCHIMICI
Questi test vengono effettuati di frequente per valutare la funzionalità di un organo, o per valutare il livello di alcuni ormoni o per avere indicazioni sull'equilibrio degli elettroliti.
Sono determinanti per comprendere lo stato di salute di un soggetto anziano, ma anche per quelli che presentano vomito e/o diarrea, che si sono intossicati o che devono essere sottoposti ad un intervento chirurgico o a prolungati trattamenti farmacologici.
Sono esami che vengono eseguiti con l'ausilio di apposite apparecchiature attuando specifiche metodiche.
PoichÈ i vari protocolli di indagine e gli strumenti possono dare risultati diversi, i valori di riferimmento riportati si devono intendere come eminenentemente indicativi.
Di regola gli esiti dei test vengo stampati su appositi formulari e riportano i valori di controllo.
Apparecchio per la determinazione di parametri di biochimici. il cerchio verde delimita il ripiano scanalato su cui vengono
adagiate le strisce reattive (determina in circa 15 minuti fino a 12 parametri). Il cerchio blu evidenzia una provetta portacampione ed un puntalino che in automatico
preleva una goccia del campione inseriti nei loro alloggiamenti. Il cerchio rosso racchiude una provetta ed un puntalino.
la centrifuga che serve per la preparazione del campione.
ALBUMINA - ALB
È una proteina prodotta nel fegato; ha molte funzioni, ma la più importante è quella di mantenere costante il livello dei liquidi nei vasi sanguigni; quando i livelli sono bassi i liquidi si diffondono nei tessuti, causando gonfiore (edema).
Valori di riferimento 3,2-4,7 g./100 ml. per il cane e 3,0-4,6 g./100 ml. per il gatto.
Valori superiori al normale possono essere determinati da disidratazione.
Valori inferiori a quelli di riferimento possono essere determinati da deficit ereditario, da cirrosi epatica, da collagenopatia, da gravidanza, da infiammazioni, da insufficienza renale cronica, da ipertiroidismo, da leucemie, da malnutrizione, da neoplasie maligne, da pancreatite, da ustioni.
AMILASI - AMY
È un enzima che interviene nella idrolizzazione dell'amido introdotto principalmente nel pancreas, meno nelle ghiandole salivari.
Valori di riferimento 371-1.503 U.I./L. per il cane e 531-1.660 U.I./L. per il gatto.
Valori superiori a quelli di riferimento possono essere determinati da calcolosi biliare, da gravidanza extrauterina, da insufficienza renale cronica, da ulcera peptica, da uso di diuretici, da antinfiammatori non cortisonici, da steroidi.
Valori inferiori a quelli di riferimento possono essere causati da cirrosi epatica, da epatite acuta virale, da intossicazione, da esteri fosforici, da necrosi del pancreas.
AZOTEMIA / UREA - BUN
È il tasso della quantità di azoto nel sangue ed indica la funzionalità dei reni; valori diversi da quelli di riferimento indicano una imperfetta depurazione del sangue da parte dei reni.
Valori di riferimento 7-32 mg../100 ml. per il cane e 18-41 mg./100 ml. per il gatto.
Valori superiori a quelli normali possono essere causati da cirrosi, da collagenopatie (sono due gruppi di malattie: le collagenopatie vere e proprie e le malattie del tessuto connettivo. Le prime sono rare e caratterizzate da pelle sottile, molle e difficoltà di guarigione delle ferite. Le seconde sono causate dal cattivo funzionamento del sistema immunitario; sono relativamente rare e comprendono l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso.), da diabete mellito, da disidratazione, da emorragie gastrointestinali, da glomerulonefrite, da gotta, da leptospirosi, da mieloma multiplo, da nefrangiosclerosi, da pielonefrite, da shock, da traumi, da ustioni.
Valori inferiori a quelli normali possono essere causati da dieta ipoproteica, da epatite acuta virale, da ipopituitarismo, da necrosi epatica, da uso di salicilati (farmaci) e glucocortisoidi
BILIRUBINA TOTALE
È un pigmento contenuto nella bile. Essa si riforma in seguito alla demolizione dell'emoglobina appartenenti ai globuli rossi smantellati al termine della loro vita. Questa bilirubina viene trasportata dal sangue che la trasforma per renderla solubile in acqua.
Si divide in bilirubina diretta (già formata dal fegato) indiretta (non ancora "lavorata" dal fegato).Se il fegato si ammala oppure vengono distrutti globuli rossi in eccesso (anemia emolitica) la bilirubina aumenta. Il suo aumento si accompagna ad una colorazione della congiuntiva oculare e della pelle (ittero).
Valori di riferimento 0,1-0,6 mg./100 ml. per il cane e 0,1-0,7 mg./100 ml. per il gatto.
CALCIO - Ca
È un metallo che entra (come ione, particella con carica positiva) nella maggior parte dei processi biologici.
La ricerca di questa sostanza è molto richiesta, perchè il calcio è fondamentale per il funzionamento dell'organismo.
è essenziale non solo per la formazione e lo sviluppo delle ossa, dei denti e delle unghie, ma anche per il processo di coagulazione del sangue, per l'attività dei muscoli e per il sistema nervoso centrale, per la digestione di alcuni cibi.
L'organismo lo assorbe attraverso gli alimenti, del quale ne sono particolarmente ricchi il latte e i suoi derivati, le uova, il pesce, la frutta, gli ortaggi a foglia verde. La sua presenza nel sangue è detta calcemia.
Un aumento marcato (ipercalcemia) può causare calcificazioni, alterazioni dell'elettrocardiogramma, stitichezza, nausea, calcoli renali. Una diminuizione marcata provoca la tetania (contrazione muscolare involontaria).
Valori di riferimento 9,0-11,9 mg./100 ml. per il cane e 8,4-11,5 mg./100 ml. per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da acromegalia, dall'uso di contraccettivi, da farmaci cortisonici, da diuretici, da iperparatiroidismo, da iperprotidemia, da ipersensibilità alla vitamina D, da ipervitaminosi D, da leucemia, da linfomi, da metastasi ossee, da mieloma multiplo, da tireotossicosi, da uso di farmaci contenenti litio.
Valori inferiori al normale possono essere causati da carenza di vitamina D, da cirrosi epatica, da deficit di apporto alimentare, da insufficienza renale cronica, da ipoparatiroidismo, da osteomalacia, da pancreatite acuta, da paratiroidectomia, da steatorrea.
CLORO - Cl
È un elettrolita che diminuisce in caso di vomito, di morbo di Addison. Il suo aumento indica spesso una disidratazione.
Valori di riferimento 113-123 mEq./L. per il cane e 119-132 mEq./L. per il gatto.
COLESTEROLO
È un grasso; importante costituente delle cellule dell'organismo.
Può avere origine dal cibo (latte e derivati, carne, uova ecc.), ma la maggior parte è fabbricata dal fegato a partire da una vasta gamma di sostanze.
La ricerca di questa sostanza nel sangue concorre, con la ricerca dei trigliceridi, a valutare i grassi nell'organismo.
Può essere eliminato (tramite la sintesi degli acidi biliari) per via epatica (fegato) o per via intestinale.
Non ha il medesimo significato che riveste in medicina umana.
Valori di riferimento 116-317 mg./100 ml. per il cane e 64-229 mg./100 ml. per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere causati da diabete, da epatite cronica, da intossicazione, da ipoproteinemie, da ipotiroidismo, da lupus eritematoso, da morbo di Cushing, da obesità, da pancreatite acuta, da sindrome nefrosica.
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere causati da anemie croniche, da epatopatie terminali, da ipertiroidismo, da morbo di Addison, da malnutrizione, da sepsi, da malassorbimento, da malattie neoplastiche.
CORTISOLO
È un ormone; si misura in caso di sospetto di Morbo di Cushing (dopo un test di soppressione con desametasone) o di Addison (test di stimolazione con ACTH).
Valori di riferimento 1,0-6,0 µg./100 ml. per il cane e 1,0-5,0 µg./100 ml. per il gatto.
CREATININA -CRE
È un componente del sangue che viene eliminato con l'urina; segnala la funzionalità del rene in quanto viene eliminata dai reni stessi attraverso l'urina.
Se la presenza di creatinina nel sangue è troppo elevata, ciò significa che i reni non riescono a farla passare nelle urine e quindi non svolgono bene il loro lavoro.
In alcuni casi anche il fatto di alimentarsi di troppa carne può contribuire ad alzare il tasso di creatinina nel sangue.
Valori di riferimento 0,5-1,4 mg./100 ml. per il cane e 0,7-2,2 mg./100 ml. per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere causati da insufficienza renale, da dermatomiosite, da eccessi sportivi, da ipertiroidismo, da miastenia, da traumi, da ustioni.
Valori inferiori possono essere causati da anemie, da atrofia muscolare, da ipotiroidismo, da leucemia, da mioglobinuria.
FOSFATASI ALCALINA - ALP
È un enzima dosabile nel sangue, prodotto dall'intestino, dal fegato, da ossa e placenta; si trova nelle vie biliari.
Il suo dosaggio viene eseguito per stabilire, in modo particolare, eventuali malattie delle ossa.
È un parametro importante da indagare nella specie felina.
Valori di riferimento zero-90 U.I./L. per il cane e 4-81 U.I./L. per il gatto.
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da artrite deformante, da carcinoma biliare, da epatite, da malattia di Paget, da metastasi epatiche e ossee, da mieloma, da osteomielite, da rachitismo, da fratture ossee, da insufficienza renale, da sarcoma osteogenico, da diete ricche di proteine. Un suo aumento, insieme all'aumento di transaminasi (vedere), di bilirubina (vedere) e gamma GT (vedere), può quasi sicuramente decretare la presenza di una alterazione alle vie biliari.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere causati da anemia, da età avanzata, da ipotiroidismo, da malnutrizione.
FOSFORO - P
Il suo aumento È spesso associato ad un'affezione renale, a un'ipertiroidismo o a problemi emorragici.
Valori di riferimento 1,9-7,9 mg./100 ml. per il cane e 2,9-8,3 mg./100 ml. per il gatto.
GAMMA GT - GGT
La gamma glutamil transpeptidasi o gamma glutamil transferasi È un enzima situato nelle cellule del fegato, del cuore, del pancreas e del rene.
Valori di riferimento 1,0-6,0 U.I../L. per il cane e 1,0-3,0 U.I../L. per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da epatite virale acuta, da infarto del miocardio, da metastasi epatiche, da nefrosi, da tumori maligni.
GLICEMIA - GLU
Indica la concentrazione nel sangue di glucosio, zucchero che si origina dal metabolismo di glicogeno, di amminoacidi e grassi introdotti con gli alimenti.
Valori di riferimento 53-117 mg./100 ml. per il cane e 57-131 mg./100 ml. per il gatto.
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da avvelenamento da ossido di carbonio (CO), da diabete mellito, da feocromocitoma, da ictus cerebrale, da infarto cardiaco, da insufficienza renale cronica, da ipertiroidismo, da neoplasia del pancreas, da pancreatite, da sindrome di Cushing, da stress, da uso di farmaci diuretici.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da cirrosi epatica, da digiuno, da epatopatia cronica, da ipertermia, da ipotiroidismo, da neoplasia del pancreas, da neoplasia dell'ipofisi, da necrosi epatica, da sarcomi, da farmaci betabloccanti (chiamati anche bloccanti-adrenergici, prescritti principalmente per il trattamento delle malattie cardiache), da insulina.
GLOBULINE - GLOB
Sono proteine presenti nel sangue, con nomi e funzioni diverse, come il trasporto di sostanze nel sangue e il compito di fornire all'organismo le difese contro gli agenti esterni.
Valori di riferimento 1,5-3,5 g./100 ml. per il cane e 2,1-4,0 g./100 ml. per il gatto.
Se dall'analisi di laboratorio risulta che la quantità è diversa dalla media, significa che sono in atto delle infezioni o malattie.
Possono essere suddivise in tre gruppi principali: alfa, beta e gamma globuline.
- ALFA 1 GLOBULINA
Comprende principalmente lipoproteine e glicoproteine, sono adibite al trasporto di vitamine, di enzimi ecc... - ALFA 2 - GLOBULINA
Comprende principalmente glicoproteine adibite al trasporto di ioni metallici, enzimi ecc... - BETA - GLOBULINA
Comprende principalmente glicoproteine e lipoproteine con funzioni di trasporto. - GAMMAGLOBULINE O IMMUNOGLOBULINE(Ig) Appartengono a 5 classi diverse: IgG, IgA, IgM, IgD, IgE.
Comprende principalmente glicoproteine di origine reticoloistiocitaria; sono gli anticorpi circolanti.
LIPASI
È un enzima in grado di scindere i trigliceridi in altre sostanze (glicerolo e acidi grassi); è prodotto dal pancreas.
Valori di riferimento 90-527 U./L. per il cane.
Valori superiori a quelli di riferimento possono essere causati da anestesia, da calcolosi biliare, da neoplasia del pancreas, da pancreatite, da peritonite, da uso di farmaci anticoagulanti.
Valori inferiori a quelli di riferimento possono essere determinati da cirrosi epatica.
POTASSIO - K
È un minerale presente nelle cellule e nel sangue; da esso dipende l'attività dei muscoli, non ultimo il cuore di cui contribuisce a regolare il battito; regola l'equilibrio idrico dell'organismo.
Nel siero la sua presenza è minima; si trova nell'interno della cellula.
Valori di riferimento 3,9-5,5 mEq./L. per il cane e 3,6-5,8 mEq./L. per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da diabete mellito, da eccessiva introduzione, da infezioni, da insufficienza renale, da traumi, da uso di chemioterapici e penicillina, da ustioni.
Molto potassio e poco sodio è una condizione che comporta alterazioni delle membrane cellulari, che possono comportare modificazioni a livello muscolare.
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere determinati da diarrea, da uso di cortisone, da malnutrizione, da morbo di Addison, da uso di diuretici, da vomito.
Una situazione con molto sodio e poco potassio indica che si è ridotta la parte liquida del sangue e ciò provoca alterazione della funzionalità dei muscoli.
PROTEINE TOTALI - PT
Indicano lo stato di idratazione ed apportano informazioni ulteriori su fegato, reni e le infezioni.
Valori di riferimento 5,3-7,6 g./100 ml. per il cane e 5,5-7,7 g./100 ml. per il gatto. SODIO - Na
È un elemento che, insieme al potassio e ad altre sostanze, regola il volume dei liquidi dell'organismo, mantiene normale il ritmo cardiaco ed è responsabile delle contrazioni muscolari.
Il livello di sodio nel sangue è controllato dai reni che ne eliminano un eventuale eccesso con le urine.
Oltre il sale da tavola, le principali fonti alimentari sono i cibi lavorati, il formaggio, il pane e i cereali, le carni e i pesci affumicati, in salamoia o conservati. I sottaceti ne contengono grandi quantità.
È uno dei principali componenti del plasma; esso è presente nella parte liquida (siero del sangue).
Valori di riferimento 146-156 mEq./L. per il cane e 153-162 mEq./L. per il gatto.
Valori superiori a quelli normali possono essere causati da iperaldostenorismo, da diabete, da diarrea, da eccessiva ingestione, da edemi, da febbre, da sindrome di Cushing, da sudorazione, da uso di farmaci cortisonici, da ustioni.
Valori inferiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da acidosi, da cirrosi epatica, da insufficienza cardiaca, da diabete scompensato, da morbo di Addison, da nefrosi, da uso di farmaci diuretici, da vomito.
TIROXINA - T4
Ormone tiroideo; valori bassi indicano ipotiroidismo nel cane, valori alti un ipertiroidismo nel gatto.
Valori di riferimento 1,0-3,5 µg./100 ml. per il cane e 1,0-4,0 µg./100 ml. per il gatto.
TRANSAMINASI - GPT o ALT
È un enzima molto importante presente nel fegato. Si chiama "transaminasi glutamico piruvica", in sigla GPT oppure ALT (alanino amino transferasi); le transaminasi GPT danno la esatta valutazione della gravità dell'alterazione del fegato.
Valori di riferimento 10-94 U.I../L. per il cane e 23-109 U.I../L. per il gatto.
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da cirrosi epatica, da distrofia muscolare, da emolisi, da epatiti, da ittero ostruttivo, da metastasi epatiche, da obesità, da pancreatite, da scompenso circolatorio, da traumi
TRANSAMINASI - GOT o AST
È un enzima molto importante, si chiama "transaminasi glutamico-ossalacetico" che in sigla si definisce GOT oppure AST (aspartato transferasi). è presente nel fegato e viene analizzato per studiare le condizioni di questo organo, ma anche per valutare eventuali lesioni del muscolo cardiaco oppure alterazioni di quei muscoli che coordinano i movimenti dello scheletro.
Valori di riferimento 10-62 U.I../L. per il cane e 14-41 U.I../L. per il gatto.
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da asma, da cirrosi epatica, da distrofia muscolare, da epatite, da gotta, da infarto del miocardio, da interventi chirurgici, da leptospirosi, da ittero ostruttivo, da metastasi epatiche, da pancreatite.
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere determinati da diabete, da dialisi, da gravidanza.
GLI ESAMI SIEROLOGICI IMMUNOENZIMATICI
Sono test rapidi per valutare o confermare se il paziente È affetto da determinate malattie.
È di frequente attuazione il test per la diagnosi di FILARIOSI CARDIOPOLMONARE o di Leucemia Felina (FeLV) e/o Immunodeficienza Felina (FIV).
Sullo stesso principio esistono anche esami per la diagnosi precoce di gravidanza.
L'importanza dell'esame delle feci
Per i soggetti che conducono una vita libera o semilibera (quelli cioè che possono allontanarsi da un ambiente chiuso) dovrebbero effettuare almeno annualmente un esame delle feci.
In effetti micio e fido hanno l'abitudine di pulirsi leccandosi, in questo modo finiscono per ingerire tutto ciò che le loro zampette toccano e quanto rimane attaccato al pelo o alla cute.
Sarebbe un po' come se noi umani, una volta rincasati, leccassimo la suola delle scarpe ed i nostri vestiti.
L'esame delle feci può essere effettuato a fresco, cioè il Veterinario deposita su un vetrino quei frammenti di materiale fecale che restano sul termometro quando controlla la temperatura.
è un sistema rapido ma non sempre significativo perchè non costantemente i parassiti si moltiplicano o depositano uova, quindi la possibilità di non rilevare delle infestazioni è possibile.
Il modo più corretto di agire è quello di effettuare un esame per arricchimento. Un campione di feci grande quanto una nocciola o una noce viene raccolto e portato per l'esame; il materiale fecale viene stemperato in una soluzione e quindi centrifugato per pochi minuti o lasciato nel contenitore a riposare per una mezz'oretta.
Il liquido più in superficie viene quindi esaminato al microscopio per rilevare la presenza di parassiti o di uova degli stessi.
Se l'esito è positivo si attua la specifica terapia del caso.